Chi vive con un gatto avrà sicuramente avuto modo di sperimentarlo personalmente. I gatti sembrano totalmente refrattari, contrari, ostili, intolleranti all’ipotesi che una qualunque porta di casa venga chiusa alle loro spalle.
Il modo con cui dimostrano il loro dissenso mostra una panoramica del comportamento dei gatti degna di un vero e proprio libro di etologia felina.
Alcuni raspano la porta con la stessa insistenza con cui un Sheldon Cooper in “The Big Bang Theory” bussa alla porta della dirimpettaia Penny (“Penny, Penny, Penny, Penny, Penny”… sconfortante!); altri, invece, miagolano, modulando opportunamente la voce secondo un miagolio sviluppato nel tempo e che hanno capito portare all’esasperazione sicura i proprietari.
Alcuni cercano persino di fare leva con le unghie sotto la porta oppure nell’intercapedine con il battente, nella speranza di farsi largo e di poter così conquistare un varco.
I più strategici riescono persino a provocare dei diversivi (far cadere oggetti, saltare sui mobili, provocare rumori) che sapranno far accorrere gli umani di casa e quindi, finalmente, ottenere che venga aperta l’agognata porta.
L’esempio di Simon’s Cat
Questa caratteristica è talmente tanto spiccata nei gatti da essere diventata una delle protagoniste di un episodio di Simon’s Cat, uno dei cartoni più famosi e più amati dai gattofili di tutto il web.
Simon’s cat (letteralmente, “il gatto di Simon”) è una serie che racconta le autobiografiche e buffe vicissitudini di convivenza tra Simon Tofield, disegnatore inglese di professione, e il suo gatto, con una particolare predilezione per mettere in evidenza le piccole-grandi tirannie che il miciastro opera verso il suo compagno umano.
Nell’episodio Let me in, lo scaltro gatto tenterà ogni trucco possibile e immaginabile per attirare l’attenzione di Simon e farsi aprire la porta del giardino per entrare in casa.
Quando Simon, finalmente, risponderà ai suoi richiami, però, il gatto ci penserà un po’ prima di attraversare la soglia.
E non è che con la porta del bagno vada molto meglio…
Perché con i gatti, spesso, è esattamente così.
Il loro reale interesse sembra essere che la porta non resti chiusa, tanto da rifiutarsi persino di entrare una volta che ne hanno ottenuto l’apertura e malgrado fino a pochi secondi prima stessero facendo i diavoli a quattro per raggiungere il loro obiettivo.
Da cosa deriva questo comportamento dei gatti?
Follia felina? Sadismo? Dispetto? Per quale motivo si comportano in questo modo apparentemente tanto bizzarro?
La risposta è di una tale semplicità da risultare imbarazzante, ma capirne il senso richiede di entrare un pochino nella mentalità dei gatti e, soprattutto, nella loro intelligenza spaziale.
I gatti odiano le porte chiuse perché vogliono avere libertà di scelta
Tutto qui? Non è poco se ci si sofferma a pensare a cosa questo implica.
Libertà di scelta significa che in ogni momento un gatto deve poter decidere se entrare o uscire da una certa stanza oppure dall’intera casa, magari per uscire in giardino.
Ma significa anche avere la possibilità di decidere, per esempio, di seguire il compagno umano nelle sue faccende domestiche se ritiene che possano essere di qualche interesse per lui (e, magari, a volte l’interesse si limita a poter trascorrere un po’ di tempo osservandolo o, perché no, partecipando alle sue occupazioni).
Non solo. Libertà di scelta significa anche poter sempre sapere cosa sta accadendo nelle altre stanze (cosa che con le porte chiuse diventa difficile sia sul piano uditivo che visivo) e prendere delle decisioni a riguardo: potrebbe essere interessanti alzarsi e andare a spiare cosa sta succedendo; potrebbe essere il caso di nascondersi perché di là qualcuno maneggia l’aspirapolvere; potrebbe accadere che qualcuno rabbocchi le ciotole.
Insomma, porte aperte sono sinonimo di:
“So cosa accade in ogni momento nel mio ambiente e ho la possibilità di parteciparvi nella maniera che ritengo più opportuna!”.
Questa esigenza squisitamente felina, a volte, va a scozzarsi con le esigenze di convivenza con gli umani: non in tutte le famiglie è possibile evitare di chiudere la porta quando si va in bagno e in alcuni casi non si può transigere malgrado le proteste del micio.
L’invito, comunque, è quello di cercare di restare più elastici possibili riguardo a questo comportamento dei gatti perché per i mici avere libertà di muoversi indiscriminatamente nel loro spazio privato e senza dipendere eccessivamente dalla gestione umana è uno dei parametri di benessere più importanti da garantire.
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