Sono al PC quando l’icona che mi segnala nuove notifiche inizia a saltellare sullo schermo. Clicco, apro e scopro che si tratta, come già accaduto, di una richiesta di suggerimenti, consigli o conforto per un gatto che la sera prima non è rientrato a casa come suo solito.
Naturalmente, la persona che mi scrive è disperata, si è già mentalmente prefigurata tutti i peggiori scenari possibili, dall’incidente stradale (che per persone e animali è sempre il primo esito che viene in mente), all’accalappiamento da parte di estranei, fino ad arrivare alla violenza gratuita. Il panico fa la sua parte per cui non mi sorprende affatto che si vada in cerca di rassicurazioni e suggerimenti.
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’epilogo di contatti di questo tipo vede il gatto rientrare con aria serafica dopo diverse ore, talvolta anche diversi giorni.
Di solito si presenta all’uscio di casa affamato ma in buone condizioni e con un’espressione quasi sorpresa, come volesse dire:
“Allora? Che problema c’è? Perché vi agitate tanto?”
Il che indispettisce ancora di più gli umani, i quali non trovano motivazioni valide a questo comportamento dei gatti.
Capita che le persone si sentano responsabili per l’allontanamento del micio e si chiedano se si tratti del sintomo di una relazione insoddisfacente o di uno scarso attaccamento del gatto nei loro confronti.
Ebbene, questo articolo nasce con l’idea di chiarire definitivamente la natura di questi accadimenti, ribadendo dei principi di cui i nostri nonni erano probabilmente più consapevoli e che noi, invece, abbiamo perso, fagocitati dalla vita metropolitana, una sempre più incolmabile distanza dalla Natura e dall’assenza di familiarità con gli animali che per secoli ci hanno accompagnato in un clima di sinantropica convivenza.
Eccezione o abitudine?
Bisogna partire dal presupposto che è addirittura la scienza a dirci che un’assenza da casa più prolungata del solito è un’evenienza che può rientrare nel normale comportamento di specie quando si parla di gatti.
I gatti coltivano interessi, hanno vite intense fuori dalle mura domestiche e, in quanto predatori solitari, non è inusuale che la loro curiosità venga attratta eccezionalmente da altro.
Ogni volta che lo faccio presente sperando di riportare le persone a riflettere su un piano di realtà, puntualmente mi sento rispondere:
“Ma non l’ha mai fatto”.
È matematico che questa affermazione arrivi, tanto da aspettarmela sempre.
Continuando a rifletterci, allora, invito a domandarsi cosa significa “non l’ha mai fatto”?
I gatti non sono elettrodomestici, non sono dotati di pulsanti on/off che garantiscono ripetutamente sempre le stesse prestazioni e che, dunque, conducono vite prevedibili e ripetitive.
Avete presente il detto secondo il quale il gatto sarebbe un animale abitudinario?
Posto che questo luogo comune andrebbe ridimensionato o, quanto meno, contestualizzato opportunamente, essere “abitudinari” non significa ripetere meccanicamente sempre le stesse cose, ogni giorno della propria vita.
Perché la vita viene vissuta e offre (per fortuna!) continue opportunità di fare scoperte e di crescere.
Per farvene un’idea, vi invito a vedere questo delizioso video ottenuto grazie ad una pet-cam, ovvero una telecamera agganciata al collare di un gatto, in grado di restituire la sua prospettiva visiva sulle cose.
Come spiegare questo comportamento dei gatti?
In un mondo tanto vivace, motivi per cui un gatto potrebbe tardare il rientro sono molteplici:
- Nel suo territorio (che potrebbe essere un isolato intero, non certo solo il giardino di nostra proprietà) potrebbe essersi verificato un evento eccezionale che vale la pena studiare per un po’;
- Potrebbe essersi inserito un gatto intruso che costringe a difendere delle risorse preziose di cui non siamo a conoscenza e dalle quali il micio intende allontanare il nuovo arrivato;
- Se è un animale integro sul piano riproduttivo, potrebbe essere impegnato in un corteggiamento (il che richiede almeno 3-4 giorni di petulante accostamento alla femmina per convincerla a concedersi);
- Potrebbe essersi rifugiato su un albero per uno scontro con un suo simile o con un cane e, in questo caso, potrebbe aver bisogno di diverse ore di osservazione prima di concludere che il pericolo è scampato e si può riprendere la strada di casa.
I gatti sono animali territoriali ed esserlo significa interessarsi a tutto ciò che accade nel luogo in cui si vive per esserne sempre aggiornati: noi abbiamo i giornali, internet e la BBC per farlo, i gatti non hanno altro che zampe per spostarsi e occhi per osservare.
Insomma, un ritardo nel rientro non va interpretato come uno scarso legame del gatto alla famiglia né tanto meno come un tentativo di evasione o di fuga.
Il pattugliamento del territorio – ovvero l’analisi minuziosa di ogni suo elemento e delle sue dinamiche ambientali e sociali – rientra nel comportamento dei gatti, gli conferisce sicurezza, capacità di previsione e li facilita nel sentirsi padroni della loro vita e dei loro spazi, contribuendo ad aumentare la propria auto-stima e il benessere psico-fisico, senza che questo infici il loro legame con il nucleo familiare umano.
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