Negli ultimi anni il mercato dei “pet” ha goduto di uno sviluppo economico senza precedenti nella storia della relazione uomo-animale.

Un’analisi superficiale e un po’ cinica potrebbe dirci che tutto questo è il risultato di mosse di marketing abili ad attrarre il proprietario medio sull’ultimo ritrovato “trendy” per il proprio cucciolo.

In realtà, c’è molto di più.

Spogliandoci dai pregiudizi personali che in alcuni portano a ritenere che sarebbe ovvio dare all’animale di casa una valenza inferiore rispetto a qualunque altro essere umano, diventa chiaro che tutto questo è l’espressione di un nuovo modo di intendere i non-umani che abitano le nostre case e che investe tutto l’occidente industrializzato.

Sarebbe probabilmente prematuro stabilire se si tratti di un segnale della crisi di relazioni che vive l’uomo moderno o se, piuttosto, nell’era dell’antropizzazione spinta e di una distanza sempre maggiore dal mondo naturale, l’occidentale moderno stia riscoprendo un rapporto con gli animali come veicolo per entrare in contatto con la parte più autentica di sé.

Resta il fatto che, oggi, per i pet si spendono cifre inusuali un tempo e il mercato relativo è in costante crescita.

A questa regola risponde anche il mondo delle lettiere per gatti, croce e delizia di qualunque compagno umano di gatto.

La storia della lettiera per gattiLettiera per gatti

Il concetto di lettiera, ovvero di “WC casalingo” del gatto rappresentato da una cassetta contenente un substrato argilloso, venne inventato nel 1947 negli Stati Uniti e da allora il suo utilizzo – oltre a rappresentare un triste viatico per la facile cattività dei gatti domestici, anche all’interno di stabulari e laboratori di ricerca – ha avuto un consenso inarrestabile.

Al successo hanno contribuito anche gli stessi felini grazie alla loro capacità di riadattare il comportamento di eliminazione – ovvero il rituale di produzione di feci e urine – da un substrato tipicamente rappresentato da terra smossa e cedevole a ritrovati industriali come argille, bentonite, carta, e altre varietà più o meno accettabili.

Lettiere agglomeranti vs assorbenti

Volendo fare una panoramica dei prodotti disponibili oggi sul mercato, potremmo dire che le lettiere per gatti si classificano in due grandi famiglie:

  • Agglomeranti: sono lettiere di vario materiale che hanno la proprietà di compattarsi a contatto con l’acqua. Questo vuol dire che il getto di urina, una volta depositatosi, forma attorno a sé una “palla” di materiale semi-solido che è possibile rimuovere con una paletta mentre il resto del substrato rimane intonso.Lettiera agglomerante
  • Non agglomeranti o assorbenti: sono lettiere la cui proprietà filtrante permette alle urine di depositarsi sul fondo della cassetta mentre la superficie rimane asciutta.Lettiera assorbente

All’interno di ciascuna famiglia le varietà si sprecano.

Possono essere arricchite da profumazioni (lavanda, agrumi, talco le più ricorrenti) e si presentano con vari livelli e tipologie di granulato.

Nella prima famiglia di lettiere per gatti, il potere agglomerante, ovvero la capacità di “appallottolarsi” attorno al deposito di urina formando una “palla” facilmente rimovibile con una paletta, tende a decadere con l’utilizzo.
Lettiere per gatti

Con il passare dei giorni, la “palla” si sfalda se sollevata e il substrato – soprattutto nelle marche più economiche – può iniziare ad emanare un odore sgradevole. Non a caso, il potere agglomerante è il parametro che tipicamente determina la differenza di prezzo tra i brand sul mercato.

Le assorbenti, del resto, presentano problemi analoghi: a man mano che l’urina si deposita sul fondo, il tasso di umidità del substrato aumenta e con esso anche l’odore emesso dai depositi.

La durata delle lettiere per gatti

Il decadimento delle prestazioni delle lettiere per gatti, che siano assorbenti o agglomeranti, va preso come un indizio del fatto che la cassetta andrebbe lavata ed igienizzata e il substrato andrebbe sostituito integralmente con del prodotto nuovo.

lettiera gatto puliziaI brand fanno a gara per chi riesce a immettere sul commercio lettiere dalla durata miracolosa (finanche a un mese!) ma certi proclami rappresentano, spesso, specchietti per le allodole.

Infatti, il decadimento implica che urine e/o feci non vengano più trattenute meccanicamente dalla lettiera, ma restino in superficie sotto forma di rimasugli o porzioni.

Questi residui aumentano la carica batterica presente in cassetta e il gatto vi entra regolarmente in contatto ogni volta che la usa.

Non è il massimo dell’igiene né per lui né per chi gli vive accanto.

Dunque, a dispetto di qualunque indicazione commerciale, sarebbe buona norma lavare la cassetta e rinnovare il substrato almeno una volta ogni 7-10 giorni, ancor più se al WC felino possono accedere gatti diversi.

Nel prossimo articolo entreremo nel dettaglio delle differenze esistenti tra queste due macro-famiglie di lettiere per gatti che, da qualche anno a questa parte, si sono arricchite di materiali nuovi ed inediti, fra cui anche alcuni interessanti substrati eco-compatibili.