In alcuni articoli abbiamo fatto riferimento alle motivazioni come strumento utile da conoscere per comprendere meglio il nostro cane.

Ma cosa sono veramente le motivazioni e come influiscono sul comportamento dei cani?

Prima di inoltrarci nella spiegazione, è importante ricordare che il cane non è un computer. I suoi comportamenti non sono basati esclusivamente su uno schema di stimolo-risposta, ma, come tutti gli esseri viventi, il comportamento dipende tanto dalle offerte del mondo, quanto dallo stato mentale del cane in quel determinato istante.

Ci sono cani, ad esempio, che sanno fare perfettamente un seduto, ma si rifiutano di farlo se viene chiesto loro in un contesto non adeguato, dove non si sentono tranquilli o hanno paura di qualcosa.

Lo stesso comportamento, all’interno dell’abitazione lo eseguono su comando perfettamente.

Da cosa dipende il fatto che in casa lo esegua e fuori no? In primo luogo dalle emozioni che prova il cane in quel momento.

Per poter eseguire un comando, un cane dev’essere sereno. Ma non solo, anche il livello di attivazione (per gli addetti ai lavori: arousal) influenza: più un cane sarà “agitato”, meno riuscirà a concentrarsi sulla richiesta.

È difficile, infatti, chiedere ad un cane un seduto in situazioni particolarmente attivanti, come il rientro a casa del proprietario o l’incontro con un altro cane.

Infine, lo stato d’animo del cane dipende anche dalle sue motivazioni.

Cosa sono le motivazioni

Le motivazioni sono un qualcosa che ogni individuo ha dentro e che lo attivano e orientano nei confronti del mondo. In parole semplici, sono quelle caratteristiche – come la predatorietà, la volontà esplorativa o perlustrativa, la territorialità, ecc – che portano il cane ad interessarsi a determinati target (come una pallina in movimento), a stabilire cosa è interessante rispetto ad altro (ad esempio un certo gioco in mezzo a tanti altri) e a determinare il tipo di attività proposta (ad esempio trasportare un oggetto, piuttosto che inseguirlo).

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Le motivazioni, quindi, stabiliscono anche le aree in cui il cane cerca gratificazione e che danno piacere. Infatti, se un cane ha una forte propensione predatoria, ama cioè inseguire animali o oggetti in movimento, si divertirà e troverà gratifica nel farlo.

L’insieme e il volume delle motivazioni presenti in un cane, determinerà la sua propensione ad agire in un modo piuttosto che in un altro ed influenzerà il suo carattere e il suo comportamento.

Tra innato, selezione umana e soggettività

Tutta la specie cane ha un insieme di motivazioni definite, che fanno parte dell’innato. Eppure, non tutti i cani presentano le medesime caratteristiche.

Ci sono soggetti molto più propensi ad inseguire (motivazione predatoria), altri a trasportare oggetti e portarli a casa (motivazione sillegica), altri ancora votati alla guardia (motivazione territoriale) o chi ama particolarmente perlustrare vasti territori (motivazione perlustrativa).

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Questo perché, come in tutto, ci ha messo lo zampino l’uomo e, nel corso dei decenni, ha voluto enfatizzare o ridurre determinate motivazioni a discapito di altre, al fine di ottenere un cane sempre più efficiente in quello che il lavoro di razza prevedeva.

Da un cane selezionato per la guardia, infatti, ci aspetteremo motivazioni difensive, territoriali molto più alte rispetto a quelle perlustrative o predatorie tipiche del cane da caccia, da un cane da pastore conduttore ci aspetteremo una fortissima collaborazione con l’uomo, così come da un cane da riporto ci aspetteremo una bassa possessività e una propensione a trasportare oggetti in bocca.

Ovviamente, tutto questo non vale esclusivamente per i cani di razza, all’interno dei quali, comunque, il profilo motivazionale è diversificato a seconda delle esperienze del singolo soggetto, ma vale per qualsiasi cane. È l’individuo, con la sua storia personale, che fa la differenza.

Inoltre, le motivazioni si “allenano” e più una di queste viene esercitata, più diventa predominante nella vita del soggetto.

Per comprendere davvero quelle che sono le motivazioni di un cane, quindi, non c’è altro modo che osservarlo.

Attraverso le attività o i giochi che propone, la propensione o meno a prendere distanza da noi e/o da casa, la preferenza di condividere con noi le iniziative rispetto a decidere in autonomia, possiamo iniziare a capire come il nostro amico a quattro zampe viva il mondo.

Obiettivo del proprietario

L’obiettivo di ogni proprietario dovrebbe essere quello di aiutare il proprio cane a sviluppare un profilo motivazionale il più ampio possibile, evitando così che una motivazione (specialmente quelle che possono avere delle derive problematiche) sia dominante su tutte le altre e che questa diventi il filtro attraverso cui il cane guarda il mondo.

Ad esempio, la predatorietà sulla pallina potrebbe arrivare a diventare un’ossessione, così come può essere un problema un cane molto territoriale che non fa più entrare nessuno in giardino.

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Pertanto, nel caso di una tendenza motivazionale molto forte, bisogna dare delle regole chiare all’interno delle quali il cane la possa esprimere (e non vietarla in assoluto, perché in questo modo aumenteremmo solamente la frustrazione) e, contemporaneamente, andare ad allenare altre motivazioni, in modo che il cane non viva solo di quella, ma sappia adeguarsi alle diverse situazioni.

Perché sono importanti per la relazione

Le motivazioni, inoltre, sono utilissime per migliorare la relazione e la complicità con il proprio cane.

Conoscere le motivazioni che lo muovono, infatti, ci permette di fare insieme a lui attività piacevoli aumentando la qualità dei momenti che passiamo insieme.

In più, se riusciamo a basare anche i nostri insegnamenti sulle motivazioni del cane, lo renderemo parte attiva del processo istruttivo: non solo il cane imparerà qualcosa da noi, ma avrà voglia di condividere quella determinata attività, imparando meglio e più velocemente rispetto ad un’attività imposta.

Ad esempio, un cane competitivo si divertirà sicuramente di più ad apprendere delle regole attraverso un gioco come il tira e molla, rispetto che a un riporto, e sarà molto più facile coinvolgerlo.