Il Carlino ha uno straordinario potere: non si può assolutamente fare a meno di sorridere quando se ne incontra uno. Mette assolutamente di buon umore, è simpaticissimo e divertente. Proprio per questo ho deciso di mettere la nota seria, che va assolutamente menzionata, in apertura…
… i carlini sono cani che vanno allevati con estrema cura, al fine di evitare problemi di salute anche molto gravi.
Come altre razze con una conformazione fisica “particolare”, bisogna sempre cercare di mettersi nelle mani di Allevatori esperti, competenti e preparati, senza tentare di andare al risparmio, perché ne va della qualità della vita del cane (e, di conseguenza, del suo umano).
Davvero eh, non sto scherzando. Detto questo, che è – ripeto – davvero importante, torniamo al nostro grugnente amico.
Carlino: un cane davvero simpatico e divertente
- È un cane storicamente importante
Chi vede un Carlino per la prima volta, sicuramente pensa che un cane simile possa essere nato solo dalla mente di qualche pazzo allevatore dei giorni nostri. E invece no, signori! I “cani dal muso corto” (va bene, forse non COSÌ corto) sono descritti addirittura in documenti del 600 a.C., a testimonianza della longevità dei suoi predecessori. Per qualche strana congiunzione di eventi non ci è dato sapere molto di più, perché l’imperatore Qin Shi Huang, che regnò dal 221 al 210 a.C., distrusse tutti i documenti, le pergamene e le opere d’arte allora noti relativi a questo cane e alle sue origini. Il motivo? Sconosciuto, ma sarei davvero curiosa di saperlo. - Così importante, che fu perfino nobile
Quanti cani possono vantare un titolo nobiliare? Lui sicuramente! L’imperatore Ling Ti, infatti, decise che le femmine di Carlino avrebbero avuto lo stesso rango nobiliare delle sue mogli… chissà che felici queste ultime! Tutti i suoi carlini, comunque, erano sorvegliati a vista e nutriti con riso e carne della migliore qualità. La sanzione per il tentativo di furto di un Carlino imperiale era nientemeno che la pena di morte! (Non so tu, ma io non ho potuto fare a meno di pensare a Geordie e i cervi del Re quando ho letto questa cosa). - Ma la storia non finisce qui
Il Carlino ha accompagnato, supportato, consolato e fatto ridere anche altre numerosissime figure importanti, tanto che citarle tutte è praticamente impossibile. Ti basti ricordare Mops, il cane che scortò Maria Antonietta alla ghigliottina camminando sotto le sue gonne o Pompei, l’amico fedele che salvò la vita a Guglielmo d’Orange, meritando di far diventare il Carlino razza ufficiale della sua casata. In ultimo, va citata la famosa regina Vittoria (1819-1901), proprietaria di ben 36 carlini e grande estimatrice della razza, al punto che vietò il taglio delle orecchie in tutto il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, ritenendola pratica crudele e inutile. I carlini di tutto il mondo ancora ringraziano e ricordano l’Epoca Vittoriana come un’epoca importante per l’affermazione dei loro diritti. - È un cane coraggioso e forte, sicuramente più di Napoleone!
Vi racconto l’ultimo aneddoto storico, promesso. Anche perché è esemplificativo di quanto un Carlino possa attaccarsi al suo umano e diventare un filino possessivo nei suoi confronti. Ma non parliamo di un Carlino (e di un umano) qualsiasi, nossignori, qui parliamo di Fortune, il Carlino che tenne testa nientepopodimeno che a Napoleone Bonaparte, uno dei più grandi strateghi militari di tutta la Storia. Stratega che, comunque, durante la prima notte di nozze con Madame Giuseppina Bonaparte, non riuscì neppure a varcare la soglia della camera da letto, tenuto fuori a suon di ringhi e morsi dal coraggioso Fortune. Napoleone, allora, con somma vergogna ed umiliato nel profondo, tentò un “o io o lui” cui Madame rispose, all’incirca, con un “quella è la porta, caro marito!”. Al che, l’uomo si dovette rassegnare alla dura convivenza, e, successivamente, lo ricordò con queste parole: “il diletto cane di Madame fu meno accomodante e porto ancora i segni del suo disappunto sulla mia gamba”. - Ha un muso bellissimo
Usciamo ora dalla Storia e torniamo al Carlino di tutti i giorni. Quello che ti fissa dal divano, per esempio. Quello che ha un muso talmente tanto espressivo da suscitare le cure parentali di qualsiasi altro essere vivente, al punto da aver il potere di rendere schiavi gli umani. Se, ai tratti talmente tanto pedomorfi da farti sciogliere in brodo di giuggiole con una sola occhiata, aggiungi l’inclinazione perfetta della testa, frutto di anni e anni di selezione, avrai un concentrato di roba zuccherosa da farti venire il diabete e farti sganciare qualsiasi cibo tu abbia in mano. Perché, in realtà, era solo quello il suo scopo. Questa tattica è il motivo per cui un buon 80% dei Carlini sia sì sovrappeso, ma anche profondamente soddisfatto dell’addestramento del loro umano. - In inglese, hanno un nome collettivo
Avete presente i nomi collettivi, no? Quelle cose che si studiano alla lezione di Grammatica alle elementari. Quando un gruppo di persone, cose o animali viene indicato da un’unica parola, al singolare. Come sciame, mandria, flotta e così via. Beh, nella lingua inglese un gruppo di carlini viene chiamato “a grumble of pugs”. È un’espressione che non so bene se si possa tradurre e sicuramente è intraducibile per me, che non sono proprio questo asso dell’inglese. In ogni caso, in lingua originale “grumble” suona un po’ come borbottio, brontolio. Sarebbe “un brontolio di Carlini”. Traduzioni a parte, se sei il compagno di uno o due carlini non potrai fare a meno di prenderne altri, per poter diventare l’orgogliosissimo proprietario di un grumble of pugs. E, in verità, non è così difficile, perché i carlini… - … Sono come le ciliegie
Nel momento stesso in cui ne prendi uno stai già pensando al secondo, poi al terzo, poi al quarto e così via… fino a ritrovarti letteralmente invaso da un grumble of pugs (quanto vorrei ci fosse un’analoga parola in italiano! M’immagino qualcosa di epico, come torma di carlini o qualcosa del genere). Gli psicologi hanno sicuramente studiato la regina Vittoria, già citata, e i suoi 36 carlini per individuare e diagnosticare la disposofobia, cioè il disturbo da accumulo. Accumulare carlini, infatti, pare suscitare una forte dipendenza e compulsività, forse a causa degli effetti benefici sull’umore e sulle relazioni sociali. - Sono parecchio social
Eddai, ammettiamolo. La pagina Facebook che hai creato per il tuo Carlino sembra gestita da lui in persona, tanto è fotogenico. Ha delle espressioni e delle pose da far invidia a qualsiasi adolescente appena affacciato nel mondo di Instagram (e mai più tornato, dopo aver visto che i like del tuo cane superavano di circa 23 volte i suoi). Degna di nota è la posa a pelle di leone, grande classico, e il sedersi con le zampe distese in avanti, esattamente come farebbe un umano spaparanzato sul divano. Probabilmente, il selfie l’ha inventato un Carlino. - Hanno un codino adorabile
Tutti guardano praticamente solo il muso, perché è particolare e richiama l’attenzione (talvolta anche in modo parecchio rumoroso). Ma il Carlino è anche altro. È anche coda. Una minuscola, arricciatissima, morbidissima coda, che più è strettamente arrotolata sul dorso, meglio è per lo Standard, ma anche per te, che non potrai fare a meno di srotolarla con un dito dalle 3 alle 19 volte al giorno. - È multum in parvo
E questo lo dice lo Standard, eh! Quest’espressione è davvero esemplificativa e sono sicura che i latini l’hanno forgiata direttamente sul Carlino (in realtà, qualcuno lo pensa veramente e attribuisce a Plinio il Giovane la paternità della frase per indicare proprio questo cane, ma non ho trovato molti riscontri). In ogni caso, significa all’incirca “un sacco di roba, in un corpo piccolo”. Come dissentire. - Sono così speciali, che non riesco a finire questo articolo
Dico davvero. Quando ho buttato giù tutte le idee che mi venivano in mente sul Carlino e tentavo di dare un ordine ai vari punti, me ne erano usciti almeno il doppio di quelli che ho poi compilato. Anche solo fino a qui, penso sia l’articolo sulle razze più lungo che abbia scritto finora (però non ne sono sicura eh, non è che ora dovete andare a contare le parole per poi scrivermi tutti tronfi che ho mentito, potrei sbagliarmi). Comunque, mi sembra profondamente scorretto nei confronti di tutte le altre razze andare oltre e non vorrei dare un buon motivo alla redazione per pretendere articoli più lunghi, quindi, a malincuore, mi devo fermare. Sappiate, però, che avrei voluto parlare anche delle opportunità di merchandising che offre il Carlino, del suo talento cinematografico (ma ve lo ricordate Frank, il carlino di Men in Black?), di quanto russa, grufola ed emette versi molto più suini che canini e poi sicuramente di LUI, il sommo, il Carlino a cui sono più affezionata di tutta la Storia (immaginaria) dei carlini: Percy, il viziatissimo, altezzosissimo ma coccolosissimo Carlino del Governatore Radcliffe in Pocahontas.
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