La filariosi cardiopolmonare è una malattia sostenuta da Dirofiliaria immitis, un nematode (volgarmente e propriamente un verme), che completa il proprio ciclo biologico servendosi di ospiti intermedi, le zanzare (che sono i vettori della malattia) e di ospiti definiti, costituiti dal cane e i canidi selvatici. Anche il gatto può essere colpito dall’infezione con gravi esiti.
Quando il cane viene pizzicato da una zanzara infetta, riceve da questa le microfilarie, delle larve di 300-330 micron di lunghezza.
Le microfilarie rimangono nel sottocute o nel tessuto adiposo dove sono state inoculate per circa 50-60 giorni.
Qui maturano senza dare sintomi. Una volta diventate adulte, passano nel compartimento vascolare e migrano verso il cuore e arterie polmonari, dove raggiungono la maturità sessuale in 100-150 giorni.
I maschi possono raggiungere i 15 cm di lunghezza; le femmine addirittura i 30 cm! Ogni cane infetto può albergare fino a 50 nematodi adulti, che possono vivere fino ad un massimo di 5 anni.
Filariosi Cardiopolmonare
I primi sintomi, anche se leggeri e passeggeri, si hanno quando le larve, diventate adulte, raggiungono le arterie polmonari. Successivamente, quando i nematodi si localizzano nelle camere cardiache di destra o nella vena cava caudale, si osservano i sintomi più importanti:
- Diminuita resistenza all’esercizio fisico;
- Letargia;
- Tosse;
- Dispnea;
- Sincope;
- Perdita di peso.
A ciò si associa il grave rischio di trombosi sia in seguito alla morte degli stessi parassiti, che per i danni endoteliali che provocano.
L’esame clinico può evidenziare all’auscultazione del torace aumento del murmore vescicolare e soffio cardiaco a destra, in corrispondenza della valvola tricuspide e polmonare. È importante fare anche un rx del torace per valutare il danno polmonare ed un ecocardio per vedere lo stato delle camere cardiache.
La conferma è data dall’esame sierologico.
Sulla base delle analisi e indagini fatte si individuano due classi:
- Soggetti a “basso rischio tromboembolico”
- Soggetti ad “elevato rischio tromboembolico”
La terapia adulticida della filariosi cardiopolmonare prevede la somministrazione di 2,5 mg/kg di melasormina diidrocloruro, mediante iniezione profonda nel muscolo longissimus dorsi per due volte a distanza di 24 ore. Tali punture devono essere precedute dalla somministrazione nei 15 giorni precedenti di doxiciclina a 10mg/kg per bocca e nei 7 giorni precedenti di eparina calcica a 50 UI/kg ogni 12 ore sottocute. L’eparina calcica deve essere fatta fino a 40 giorni dopo l’ultima puntura di melasormina. La somministrazione di quest’ultima può avere modalità diverse a discrezione del veterinario. Può essere associato anche del cortisone per ridurre la gravità delle alterazioni polmonari.
Fortunatamente esistono vari modi di prevenire una tra le più brutte e pericolose malattie dei cani e dei gatti. Si possono dare mensilmente per bocca delle preparazioni a base di ivermectina, o milbemicina ossima, oppure prodotti spot on a base di moxidectina o selamectin, o ancora l’iniezione annuale di moxidectina.
Per avere maggiori informazioni consultate il vostro veterinario.
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