Quando si parla di artigli del gatto, l’immaginario comune si accende immediatamente su due fenomeni ben noti: il graffio (magari provocato per aver accarezzato il mantello una volta di troppo) oppure l’arrampicata su tende e divani che tanto fa disperare alcuni proprietari.
Il web pullula di consigli su come tagliare le unghie del gatto per evitare che ferisca oppure graffi i mobili di casa, ma raramente ci si sofferma sull’analizzare le numerose funzioni assolte da questi strumenti importantissimi.
Come sono fatti gli artigli del gatto
Gli artigli del gatto sono delle strutture cheratiniche poste alla fine delle dita delle zampe, a forma di uncino.
La caratteristica che accomuna quasi tutti i felidi è la natura retrattile di queste appendici: il gatto può esporle solo quando necessario mentre in situazioni di riposo sono ben conservate nelle dita dei piedi, permettendo quel passo felpato che ha consegnato i gatti alla mitologia del mistero e del silenzio.
Generalmente, le zampe anteriori presentano cinque artigli mentre quelle posteriori quattro. Tuttavia, esiste una mutazione originaria del Canada e della costa settentrionale degli Stati Uniti, che può provocare polidattilia, ovvero la comparsa di un eccesso di artigli nel piede, spesso quello anteriore.
La condizione, tipicamente, non provoca alcun problema al gatto, a parte conferirgli un aspetto esteticamente davvero curioso.
A cosa servono gli artigli del gatto
Gli artigli assolvono ad una moltitudine di funzioni. Il graffio su superfici verticali e orizzontali è solo una di queste: esso consente, infatti, di rimuovere la superficie esterna dell’uncino che si sfalda e cade, rinnovando l’affilatura e la salute di tendini e articolazione del piede.
Tuttavia, gli artigli del gatto assolvono una funzione fondamentale anche nella caccia. Sono gli strumenti attraverso i quali, una volta balzato sulla preda, il gatto è in grado di bloccarla saldamente al terreno, impedendole la fuga, prima di infliggere il morso letale.
Di fatto, la forma uncinata serve proprio per permettere di penetrare in profondità la cute della preda intercettata e “bloccare” meccanicamente la presa.
È il motivo per cui giocando, arrampicandosi o rincorrendo qualcosa, i gatti possono rimanere impigliati facilmente nei tessuti delle tende, del divano, del letto.
Gli artigli posteriori, inoltre, servono per graffiare e ferire ripetutamente la preda tenuta ben ferma tra le zampe anteriori, in modo da stancarla e indebolirla, oltre a fornire “grip” durante gli scatti repentini.
Sempre in ambito venatorio, le unghie del gatto possono essere usate come veri e propri strumenti prensili, consentendo al micio di tirare verso di sé o spostare oggetti.
Come è ben noto, inoltre, supportati da una struttura musco-scheletrica da vero atleta dell’aria, essi consentono l’arrampicata, diventando dei punti di sostegno fondamentali lungo tronchi morbidi e stabili, non meno di quanto piccozza e appoggi possano esserlo per uno scalatore.
La comunicazione è l’altro ambito in cui gli artigli del gatto si rivelano fondamentali e, spesso, in maniera sconosciuta.
La loro esibizione durante uno scontro, ad esempio, ha lo scopo di spaventare l’avversario ed indurlo alla ritirata. Possono essere usati, quindi, come delle vere e proprie minacce per dire all’altro:
Attento a te, sono ben armato!
Nel momento in cui lo scontro fisico si concretizza, diventano insieme ai denti lo strumento più importante per offendere e per difendersi (pensate che i gatti riescono a tenere a bada animali ben più grossi di loro con una semplice zampata sul muso!).
Altre volte, la comunicazione può essere di tipo pacifico, avere come obiettivo quello di marcare il proprio territorio: è quello che succede quando i gatti grattano superfici verticali o orizzontali, sia in casa che all’esterno, e nel frattempo rilasciano delle molecole olfattive particolari (i ferormoni) come “firma” personale nell’ambiente, oltre che una traccia visibile di passaggio.
E cosa dire degli artigli del gatto che rendono godurioso il gesto di “fare il pane”, magari acciambellati sul ventre dell’umano di turno?
Questo movimento ritmico degli arti anteriori che i gatti esprimono in una sorta di regressione infantile in cui, per alcuni minuti, tornano cuccioli e desiderosi di accoglienza, è spesso accompagnato da sonore fusa e da un’intensità crescente che si esprime con un massaggio sempre più vigoroso e artigli che affondano sempre di più.
Non c’è alcuna intenzione malevola in questo, naturalmente: l’eccitazione, il piacere provato, spingono il gatto ad allungare le falangi provocando l’estroflessione degli artigli.
Ancora, questi strumenti sono utilissimi per il gatto che, nell’espletamento delle sue funzioni fisiologiche, le usa come rastrelli per scavare buche nel terreno o coprire i propri escrementi.
In uno dei prossimi articoli cercheremo di capire se e quando è opportuno tagliare le unghie del gatto, quali e come farlo.
In ogni caso, per operare delle scelte adeguate, è necessario non perdere di vista le numerose funzioni assolte dagli artigli, in modo che la nostra decisione non vada a impattare negativamente sul benessere del nostro gatto.
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